novembre 2021

Pandemia e “Grandi Dimissioni”. Fenomeno di passaggio o nuova tendenza?

dimissioni volontarie dal posto di lavoro

Dal burnout alla ricerca di nuove opportunità, il mondo del lavoro sta vivendo un boom di dimissioni spontanee.

Il fenomeno è stato registrato inizialmente, come spesso accade, negli Stati Uniti. Ed è stato definito “Great Resignation” da Anthony Klotz, professore di Management nella texana Mays Business School. Noto anche come “Big Quit”, riguarda le dimissioni spontanee di milioni di lavoratori durante la pandemia e, in particolare, in seguito alla diffusione delle vaccinazioni di massa. In un momento storico, dunque, in cui da un lato la normalità pre-Covid non sembra uno scenario realistico, ma dall’altro la prospettiva di recuperare una qualche forma di “vita vera” diventa sempre più concreta.

Alcuni dati: nel solo mese di aprile 2021, 4.000.000 dipendenti hanno lasciato il proprio posto di lavoro negli USA. E in un sondaggio nel mese di giugno, circa il 40% dei colletti bianchi intervistati ha dichiarato di preferire le dimissioni all’abbandono della possibilità di lavorare da remoto. Un particolare notevole: la tendenza si manifesta lungo tutto lo spettro delle professioni, da quelle meno pagate alle più prestigiose. Benché si tratti di un fenomeno complesso, il denominatore comune sembra essere una diversa valutazione delle priorità nella vita: più qualità, anche a dispetto della carriera. Tra le cause, l’eliminazione dei tempi morti data da un’agenda in cui gli incontri virtuali si susseguono l’uno all’altro, con lo stress aggiuntivo di lavorare spesso in modalità multi-device contemporaneamente: riunione, chat, mail e messaggi, tutti potenzialmente gestibili in tempo reale.

Smart working, dunque, come innesco principale di questo nuovo modo di vedere la propria vita: con la libertà di non doversi recare in ufficio da un lato, ma la difficoltà della modalità always-on dall’altro.

 

Burnout da smartworking

 

E in Italia? I dati più aggiornati, riportati da Francesco Armillei in un articolo su lavoce.info, confermano un aumento del numero di contratti terminati per volontà del dipendente. Dal momento che si tratta tuttavia, di numeri riferiti a un orizzonte temporale più ridotto rispetto a quanto osservato negli USA, è ancora presto per poter trarre conclusioni. Il fenomeno delle dimissioni forzate, derivante dalla crisi alimentata dal Covid-19, può aver influito su questo aumento. D’altra parte, non si può escludere nemmeno per l’Italia la possibilità di una “epifania”, per usare lo stesso felice termine scelto da Armillei, in virtù della quale si sceglie di cambiare lavoro per trovare una situazione più consona alle proprie aspettative di stile di vita.

 

lasciare il lavoro per una vita migliore

 

Le risposte, dunque, sono ancora difficili da stabilire - soprattutto per quanto riguarda il nostro Paese. Di certo, si tratta di un fenomeno interessante non soltanto dal punto di vista del mercato del lavoro, ma anche e soprattutto rispetto a un possibile shift radicale nella way of living delle persone: un prodromo di nuovi e diversi comportamenti di consumo che i marketer dovranno tenere d’occhio con grande attenzione.