Lo scorso settembre, tra gli speaker d’eccezione alla London Generate Design Conference, abbiamo incontrato il guru della UX Strategy, Jaime Levy. E ricavato preziosi insight su come confezionare prodotti digitali che soddisfino gli utenti, promuovendo business e profitti.
La UX strategy è un piano d’azione vantaggioso per due tipologie di utenti
Nella visione di Levy, la UX strategy è la disciplina ponte tra la business strategy e la user experience delle interfacce digitali.
Lo UX strategist in sostanza fa due cose:
- Verifica che la UX di un prodotto sia in linea con gli obiettivi del business;
- Controlla che una soluzione digitale risolva di fatto un problema per i consumatori in un mercato dinamico
Che cosa significa? Quando ideiamo un prodotto digitale – che sia un sito, una landing page promozionale, una app o uno strumento di e-learning – dobbiamo accertarci che tutti i suoi componenti siano in linea con gli obiettivi del business.
Il processo creativo dovrebbe così aiutare nella creazione di un prodotto digitale che miri concretamente a promuovere e potenziare il valore del brand, facendo leva su intrinseche qualità innovative.
Questo produce un duplice beneficio: per il brand, tempi di permanenza sulla pagina più lunghi, una brand awareness più solida, conversioni più semplici. Fattori che concorrono in ultima istanza ad incrementare flussi di cassa e profitti; per gli utenti invece, la sensazione – e la soddisfazione!- di aver compiuto efficacemente ciò che intendevano fare accedendo a quell’interfaccia, con in più, fortunatamente, la soddisfazione di un’esperienza unica e remunerativa.
I 4 capisaldi di una buona strategia UX
Una UX strategy che si rispetti, secondo Levy, si compone di quattro punti fondamentali. 1. La strategia di Business vera e propria 2. La portata innovativa del prodotto 3. User research verificata 4. Un eccellente design dell’interfaccia.
1. Business strategy: che cosa rappresenta il nostro prodotto?
Come prima cosa, quando ideiamo un prodotto digitale, dovremmo chiederci: qual è l’obiettivo del nostro business, o del business per cui lo stiamo creando? Quale bisogno dell’utente puntiamo a soddisfare? C’è qualche competitor che già lo propone?
La strategia di Business riguarda in sintesi lo scopo e l’ampiezza del nostro progetto: essenziali in questa fase sono la valutazione del panorama degli attuali competitor (fatta attraverso una valida ricerca e analisi) e una convalida della value proposition, che significa, di fatto, identificare il segmento target e capire qual è il problema principale che si vuole risolvere.
2. Investire sulla portata innovativa dei prodotti digitali
In un ecosistema digitale pieno di servizi gratuiti, o quasi, i brand non possono sperare di competere solo sulla base dei costi, ma è necessario che perseguano una strategia di differenziazione. Il secondo caposaldo della struttura della UX strategy di Levy è la “value innovation”: proporre soluzioni che siano uniche, utili e che risolvano un problema per gli acquirenti, possibilmente avventurandosi nei cosiddetti “oceani blu”, (i mercati che i competitor non hanno ancora esplorato).
Molto spesso e soprattutto nel digitale, la value innovation implica una profonda revisione dei nostri modelli mentali: le strutture che usiamo per pensare al mondo, gli schemi a cui ricorriamo per comprendere e risolvere i problemi.
“Ripensare un’esperienza offline applicandole un’interfaccia digitale, significa modificare modelli mentali assodati per generare innovazione ” J.Levy.
Uber,ad esempio, si è ispirata all’esperienza offline dell’autostop per elaborare una piattaforma digitale basata su un modello di business molto innovativo. Il motivo per cui Uber ha rappresentato una tale rivoluzione nel mercato risiede soprattutto nell’essere partiti da un’attività umana molto familiare agli utenti e apporvi un’interfaccia digitale.
3. Conoscere molto bene la propria user base
Fino a qui tutto bene, ma come facciamo a sapere se la nostra Business Strategy è corretta e quanti clienti riusciremo ad acquisire con i nostri prodotti digitali?
Possiamo solo fare delle ipotesi… Fino a che non operiamo una valida ricerca sugli utenti per convalidare le supposizioni iniziali. Il valore strategico della user research è operativamente dimostrato dall’alta frequenza con cui essa finisca per smentire le supposizioni iniziali su cui si basano interi progetti.
Tuttavia, le user research richiedono tempo, investimenti e risorse. Quando alcuni progetti sono gestiti con un budget limitato, alcuni altri metodi possono rivelarsi utili: la costruzione di personas, ad esempio, o lo storyboarding.
4. Non farmi pensare!
Design e user experience sono il quarto caposaldo della struttura della UX Strategy.
Quest’ultimo punto è quello più connesso alla creatività, al design e alla facilità/rilevanza dell’esperienza dell’utente sulle nostre interfacce. Nel concreto, questo significa creare esperienze digitali prive di intoppi, in modo da guidare le azioni degli utenti dal caricamento della pagina alla conversione finale.
Non importa quante volte devo cliccare, basta che ogni click sia una scelta naturale, automatica e inequivocabile”. S. Krug, Don’t make me think
Per concludere
Implementare una corretta strategia UX può sembrare uno sforzo impegnativo, ma costituisce di sicuro una mossa fondamentale per disegnare interfacce che siano davvero utili e coinvolgenti per gli utenti e vantaggiosi per gli obiettivi di business.
Fonti
- How UX strategy can transform the world. J.Levy @LondonGenerate Conference 2017
- S.Krug, Don't make me think
- J.Levy, UX strategy